Amici e nemici

Le categorie del pensiero politico mutano secondo le forme della produzione e i rapporti di forza. Di alcune sparizioni però potremmo fare a meno. La dicotomia “amico” e “nemico”, per esempio, non gode oggigiorno di buona fama. In una società senza conflitti non ci sono amici né nemici, ma solo problemi oggettivi o immani tragedie. Ci si accapiglia bensì, tra avversari politici, su chi debba gestire le soluzioni, ma senza che questo comporti la divisione (anglosassone, altro che comunista!) tra chi è parte del problema e chi, di contro, è parte della soluzione. Di recente in un piccolo paese della Sardegna è stata posta una lapide a memoria dei repubblichini, dei soldati e dei partigiani, tutti morti per un mondo migliore. I telegiornali e i fascisti propongono qualche modello di nemico da eliminare invero: rumeni, immigrati senza permesso di soggiorno, militanti comunisti, pedofili, terroristi islamici, zingari… liste variabili e aggiornate a seconda di quel che può far piacere a chi paga le parole. Ma per il resto, il reato inemendabile è quello di chi ricerca e distingue gli sfruttatori dagli sfruttati. Pietà è morta, – anche le vecchie canzoni insegnano qualcosa. Sappiamo che bisogna odiare il peccato e non il peccatore, che può pentirsi. Sappiamo anche che se per incanto tutti gli sfruttatori sparissero dalla terra, lo sfruttamento proseguirebbe con altri volti e altri nomi. Ma tutto questo non dovrebbe dispensarci dalla fatica di dire adesso chi è contro la liberazione dell’umano, perché ne trarrebbe una diminuzione del suo potere, e chi è a favore. Non serve a colpire il nemico esterno, serve a educare quello interno. Non ricordo più chi mi raccontò, in una sera del gennaio del 1991, che in Spagna, quando oramai tutto era perduto e a giorni le truppe di Franco avrebbero controllato l’intera nazione e proceduto, come di dovere, a imprigionare e fucilare gli avversari, un minuscolo gruppetto di anarchici trovò chissà dove un furgoncino e qualche litro di benzina, per girare ogni piccolo villaggio. Sul tetto era montato un altoparlante e qualcuno dentro leggeva un elenco di traditori e fascisti ripetendo: ricordate questi nomi.

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