Da sinistra a destra

Ascolto la radio e latelevisione, leggo i giornali. Giudizi molto duri nati dall’esperienza, nonsfoghi da poco prezzo: Bertinotti è vecchio e incerto, Ferrando nostalgicosenza senso, il sindacato traditore, Diliberto un uomo di partito, gliintellettuali voltagabbana. Non lo sapevate?

Ma più ancora mi interessa quelche seguo: Dunque IO sono disilluso, non MI aspetto più nulla, non LI voteròpiù. Perché IO non avrei fatto quell’alleanza, non MI interessa quel punto divista, MI sembra evidente che lo stato di cose presente qualcuno debba purgestirlo… et cetera, et cetera, et cetera…

Non so nulla di Bertinotti, nonconosco Ferrando e Diliberto lo vidi una sola volta, nel posto sbagliato, pererrore. Pure vorrei chiedere a Barenghi, mai ne vessi tempo e occasione, e atanti altri compagni come lui: eravate comunisti perché Berlinguer era onesto oper combattere lo sfruttamento? Andavate a cortei e manifestazioni per contarvitra di voi e decidere la linea o per difendere una democrazia popolare, il piùpopolare possibile? E adesso cambiare idea perché quei disastri non ci sono piùo per…

Così si passa da sinistra adestra, per distrazione e perché in fondo della lotta di classe alcuni,volentieri, possono fare a meno.

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